Le strade del Tè: dalle tre dinastie cinesi all’arrivo in Europa.

Nei secoli, il modo di preparare e bere il Tè è cambiato in maniera considerevole: da zuppa energetica a infuso rinfrescante e limpido, fino a diventare un mezzo per raggiungere la pace interiore e l’equilibrio psico-fisico.

Dinastia TANG (Tè bollito)

Durante la dinastia Tang (618-960) il Tè ebbe il suo primo periodo d’oro: sono gli anni in cui Lu Yu, uno dei più importanti personaggi che hanno segnato la storia del Tè, scrisse il famoso Cha Jing, meglio conosciuto come Il canone del Tè, manuale di riferimento per ogni studioso del Tè e ricco di preziosi consigli sulla degustazione. All’epoca, il Tè veniva compresso in forme ben definite, decorate con iscrizioni e simboli, diventando così moneta di scambio in cui il disegno rappresentava Il paese di provenienza e, dunque, il suo valore. Il Tè compresso veniva, poi, sbriciolato e bollito per parecchi minuti spesso con aggiunta di spezie, sale e cipolle.

Dinastia SONG (Matcha)

Durante l’epoca Song (960-1279) il Tè cambiò di aspetto e fu allora che i monaci giapponesi, di ritorno dal loro viaggio-studio in Cina, portarono in patria la tradizione di bere il Tè in polvere (Matcha, che vuol dire appunto Tè in polvere) sbattuto con il tipico frustino di bambù (Chasen) in una ampia tazza. Molti dei rituali della Cerimonia del Cha No Yu (cerimonia del Tè) eseguita ancora oggi in Giappone, nascono proprio in questo elegante periodo. Il Tè divenne un dono prezioso che sottolineava i rituali importanti della vita e, se nel periodo Tang solo i monaci e i letterati ne apprezzavano i caratteri di finezza e gestualità, nel periodo Song si organizzavano sontuosi banchetti nei palazzi imperiali. In quegli anni bere il Tè serviva anche a dimenticare i problemi della vita quotidiana di un periodo alquanto complicato per l’arrivo, da nord, dei barbari.

Dinastia MING (Tè infuso)

Durante la dinastia Ming (1386-1644) il Tè, come lo intendiamo anche oggi, divenne una bevanda in cui le foglie infuse, una volta ammorbidite, venivano tolte per lasciare spazio alla degustazione del liquore ottenuto. Questa fu l’epoca in cui tutte le classi sociali si aprirono a questa affascinante ritualità.

La conquista dell’Europa

Dopo essere stato per secoli utilizzato principalmente per le sue miracolose proprietà terapeutiche da imperatori cinesi, samurai e monaci tibetani, il Tè e le sue virtù vengono scoperte finalmente, nel 1600, anche dall’Europa: ai Portoghesi va il primato di aver importato la foglia del Tè, ma furono gli Olandesi a diffonderne il valore.

Sebbene il Tè sia oggi la bevanda più consumata al mondo, dopo l’acqua, nel corso dei secoli ha sempre trovato un posto privilegiato presso le corti imperiali diventando bevanda raffinata di un lusso senza tempo, ma anche oggetto di contrabbando, di miscele poco ortodosse preparate con piante come la salvia o di riciclaggio di foglie già infuse e di spionaggio industriale.

In Inghilterra il Tè, a causa del suo prezzo elevato dovuto alle tasse molto alte, rimase per molto tempo un rito esclusivo dell’aristocrazia. Fu dopo il 1650 che divenne popolare, quando si iniziò a servirlo come alternativa a caffé e cioccolata. Era normalmente un’abitudine riservata agli uomini ma la moglie di Re Carlo II, Caterina di Braganza, decise di introdurre l’usanza a corte, facendo così conoscere anche alle donne il piacere del Tè.

In Francia il Tè giunse più tardi, sotto Luigi XVI, su consiglio del Cardinal Mazzarino, mentre la Germania, che nel 1640 aveva fondato la Compagnia Reale del Tè, iniziò a berlo solo nel XIX secolo. In Russia il Tè venne introdotto già alla corte di Michele III, siamo nel 1638, e divenne immediatamente una bevanda apprezzata dagli Zar e dagli aristocratici.

Quando nel 1784 il governo britannico si decise ad abolire le tasse sul Tè, e il prezzo iniziò a scendere, la bevanda divenne accessibile a tutte le classi.

Il Tè divenne, così, la bevanda nazionale e Londra la capitale mondiale del commercio.